Speciale
Il monastero di Fonte Avellana
un articolo di Simone Chiappa
Sono
veramente onorato di poter ospitare il contributo di un giovane storico
marchigiano, impegnato nella ricerca presso l'Università degli Studi di Bologna.
Simone Chiappa ha brillantemente discusso una tesi di laurea in Storia
medievale, concentrando il suo interesse su uno dei centri di spiritualità
monastica marchigiana più famosi: il Monastero di Santa Croce di Fonte Avellana.
Fondato nel 980, il monastero ebbe il suo sviluppo maggiore con l'abate S. Pier
Damiani, e conserva ancora intatta la struttura architettonica della cripta e
dello "Scriptorium" L' archivio storico del monastero è di importanza
capitale per la storia medievale delle Marche, ed in particolar modo delle
attuali provincie di Pesaro - Urbino ed Ancona.
La ricerca di Simone Chiappa si
concentra sull'aspetto di gestione territoriale ed
economica del monastero nei secoli X- XII. Tale prospettiva è molto importante.
Infatti, in assenza di uno stato centrale e di una gestione unitaria del
territorio, molto spesso i monasteri benedettini divennero il motore di
un'economia basata sull' agricoltura e il piccolo commercio locale. Fonte
Avellana costituì quindi il sostegno economico di centinaia di famiglie di
contadini, che altrimenti sarebbero rimaste in balia di se stesse e destinate a
scomparire. I contratti di enfiteusi, che legavano le famiglie alla terra per
almeno tre generazioni (99 anni) sono rimasti in uso per molto tempo, anche al
di là del Medioevo stesso, e i documenti di stipula conservati sono preziosi per
la conoscenza del nostro territorio marchigiano, dei luoghi (toponomastica), dei
cognomi e nomi in uso fin dai quei tempi lontani ( onomastica) e del tipo di
coltivazioni messe in atto, in un territorio come quello delle provincie di
Ancona e Pesaro- Urbino caratterizzato dall'assenza o quasi di pianure.
Per il rispetto dei diritti d'autore e in segno di stima e di incoraggiamento lo studio, che è un estratto della tesi di Laurea, è visibile e scaricabile in formato pdf, come anche la bibliografia dell'autore. Uno studio comunque significativo il suo, che ci fa di nuovo ribadire come la continuità della storia, nelle nostre Marche, sia la base di quelle che sono le nostre caratteristiche di regione operosa e accogliente.