e la nascita dell’Islam
Pagine dedicate alla memoria di mio nonno Umberto, che per molti anni visse da italiano nell'Africa araba.
Se c’è
un fatto di importanza capitale per la storia mondiale che dallo spirito
dell’uomo medievale si è trasmesso fino a noi, questo è senza dubbio la nascita
dell’Islam. Importanza religiosa, perché nasce una nuova religione; importanza
sociale, per l’identità che essa trasmette alle tribù nomadi ed ai clan sparsi
nel deserto dell’Arabia Saudita; importanza politica, con conseguenze enormi sul
piano dei rapporti con l’Europa medievale; importanza commerciale, perché il
Mediterraneo viene definitivamente diviso in due nel senso della lunghezza.
L’Islam infatti espanderà la sua influenza religiosa e politica ad ovest su
tutta l’Africa del nord, e ad est verso l’impero persiano e indiano. E per
ultima, ma non ultima, importanza culturale, che forse, nel contesto di questo
sito, è quella che ci interessa di più. La filosofia scolastica fu infatti
influenzata in modo molto rilevante dal pensiero dei filosofi islamici, che sono
stati decisivi nell’introdurre concetti nuovi e nuovi modi di ragionare sulla
fede. Uno come San Tommaso d’Aquino, cioè il massimo della teologia cattolica,
non ebbe paura del confronto filosofico con gli islamici, e quindi anch’io, sia
pure da cattolico, voglio cercare di raccontare questa storia, che in realtà non
molti occidentali conoscono, se non per motivi di studio, come nel mio caso, o
di contatto diretto, con gli immigrati o con i paesi dove l’Islam è la religione
principale o religione di stato. Il resto delle conoscenze viene affidato ai
mass media occidentali, che spesso tendono a banalizzare o a schematizzare
quella che è comunque la storia di una grande civiltà.
Riprendendo i libri dell’esame di Storia medievale dei Paesi Islamici e studiando la nascita e lo sviluppo di questa religione, mi ha colpito subito il legame che essa ha con lo spirito dell’uomo medievale. L’uomo medievale non conosce uno stato “laico”, così come siamo abituati in Europa dopo la rivoluzione francese. La religione cioè detta spesso le norme giuridiche di comportamento sociale anche al di fuori dei riti religiosi che essa attua, per cui la legge morale religiosa spesso si identifica con la legge civile. Ed è una delle caratteristiche dell’Islam, dove legge religiosa (Shari’a) e legge civile quasi sempre coincidono: per cui nei paesi arabi l’Islam è religione di stato. E l’Islam, se vogliamo spiegarlo con parole nostre, nel quadro di una storia delle religioni, si presenta essenzialmente come una religione basata sulla legge. Ma come e dove nasce l’Islam?
Per capire almeno qualcosa dobbiamo tornare
molto indietro nel tempo, a cavallo tra il VI e il VII secolo. E’ in questo
periodo che si svolge la
breve vita del Profeta Muhammad (La Mecca 570- Medina 632). Il contesto è dunque
quello dell’attuale Arabia Saudita, e geograficamente della Penisola Arabica.
Una penisola attraversata dal Tropico del cancro, per molte parti desertica e
con pochi spazi per l’agricoltura. Il contesto sociale medievale è costituito
quindi da clan e tribù semi nomadi, che vivono del commercio tra l’Egitto,
l’Africa Orientale, l’impero romano d’Oriente a nord ovest e l’impero sassanide
(persiano) a nord est. I clan o le tribù si autogestiscono in maniera
democratica, con un consiglio fatto dai più anziani o dalle persone più in
vista, e che prende le decisioni sulla vita del gruppo. Questi clan praticano
una religione naturale, politeista, che vede divinità presenti nelle oasi, negli
alberi, nelle pietre. Maometto fa parte di una famiglia di commercianti, ed
anche lui si occupa dei traffici lungo le vie del deserto arabico. Nei suoi
viaggi venne a contatto con le religioni monoteiste presenti in Arabia, sia
ebraismo che cristianesimo. Ad un certo punto però si trova in difficoltà
finanziarie, per cui entra al servizio di una ricca vedova, Khadìja, che poi
diventerà sua moglie, dandogli 4 figlie e due figli, morti in tenera età. La
ritrovata sicurezza economica e l’incoraggiamento della moglie lo spingono
quindi una più intensa ricerca spirituale. E nel 610, a quarant’anni, durante
il mese di Ramadan, secondo il calendario arabo lunare, comincia a ricevere una
serie di rivelazioni angeliche. L’arcangelo Gabriele lo spinge a diventare
messaggero di Allah, secondo la tradizione riportata nel sacro libro del Corano.
In seguito comincia a predicare il ritorno ad una religione monoteista, basata
sulla fede nell’unico Dio (Allah in arabo). E' celebre la sura del Corano dove
viene riportata la sua vocazione.
"Il 27 del mese di Ramadan del 611, mentre era in meditazione udì una voce. Spaventato chiese "Chi è?" "Recita!" disse la voce. "Non sono di quelli che recitano" rispose Maometto. Si sentì afferrare e stringere con forza e poi lasciare. "Recita!" disse ancora la voce. Fu di nuovo stretto e per la terza volta la voce disse "Recita!". "Che cosa devo recitare?" rispose. "Recita! Nel nome del tuo Signore che ha creato: ha creato l’uomo da un grumo di sangue. Recita! Nessuno infatti è generoso come il tuo Signore. È lui che ha insegnato a usare il calamo, ha insegnato ciò che l’uomo non sapeva" (XCVI, 1-5).
Maometto
recitò e divenne l’inviato di Dio.
Muhammad, nella sua predicazione, si
richiama all’antica vocazione di Abramo, il quale dalla schiava Agar aveva avuto
un figlio, Ismaele, i cui discendenti sarebbero proprio i popoli arabi. Ma i
Giudei hanno tradito l’antica vocazione di figli di Abramo e di popolo eletto,
e i cristiani, credendo nella divinità di Cristo, sono venuti meno alla assoluta
purezza della fede nell’unico Dio. Quindi la predicazione di Muhammad è
impostata come un ritorno alla pura fede monoteista, di cui lui è apostolo e
messaggero. La fede nell’unico Dio (Allah) e nella missione di Muhammad, suo
profeta, è alla base della professione di fede islamica (Shahāda), ed è il primo
dei cosiddetti “Cinque Pilastri dell’Islam”.
Diversi anni di predicazione alla Mecca, non ebbero però molto seguito. Anzi il profeta e i suoi seguaci cominciavano ad attirarsi l’ostilità degli abitanti della città e dei suoi maggiori esponenti. A quel punto Muhammad e i suoi fedelissimi, attraverso vari stratagemmi, fuggirono verso Medina (622). Questa fuga (egira) segna l’inizio ufficiale dell’Islam. A Medina infatti, Muhammad strinse un patto con i clan e le famiglie presenti, che viene comunemente chiamato la Costituzione di Medina. Questo patto sancisce quindi la formazione della Umma, la prima comunità politico religiosa dell’Islam. Con una serie di operazioni militari e di battaglie riuscì quindi a rafforzare la sua posizione e quella della comunità (Umma) e poté rientrare da vincitore a La Mecca (630). Dopo due anni, raggiunta di nuovo Medina alla fine di un pellegrinaggio, morì l’8 giugno del 632. Non aveva lasciato altro che una giovane comunità, il ricordo della sua vita, della sua predicazione e delle rivelazioni divine trasmesse a memoria ai suoi amici più fedeli.