Il Medioevo fantastico

 

 

 

di Gabriele Boldreghini

 

 

 

 

"Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere."

 

(Gilbert Keith Chesterton)

 

 

 

 

Il Medio Evo è da sempre un periodo affascinante per l'uomo, nonostante sia spesso definito come un'epoca buia, o forse proprio per questo ha lasciato un segno nella nostra immaginazione. Un segno che gli scrittori hanno imparato a sfruttare, tanto da crearne un vero e proprio filone, che nel corso degli anni si è diramato in ogni campo, partendo appunto dalla letteratura, fino ad arrivare ai film, passando per giochi, fumetti e tanto altro, basta pensare alle numerose rievocazioni storiche sparse per il nostro territorio, che si rifanno sempre a quel periodo. In Italia la letteratura fantastica non è mai stata presa sul serio, nonostante all'estero sia sempre stata un punto di riferimento. Questa predisposizione negativa ha iniziato a cambiare nel 2001, con l'uscita de Il Signore degli Anelli, perché indubbiamente di tutti i media e i mezzi di comunicazione quello che resta più incisivo nella nostra epoca è lo schermo, che sia del cinema o della televisione.

 

A ben vedere, Hollywood ha sempre sfruttato l' alone fantastico che si cela dietro il Medioevo, basta pensare ai numerosi film che hanno per protagonisti Robin Hood o Re Artù, figure che si collocano a metà tra realtà e leggenda, sfruttate persino nei famosissimi cartoni made in Disney1.

Grazie all'evocativo e corposo bagaglio di leggende che hanno il loro culmine ne La morte di Artù2, la figura di Re Artù è forse quella che ottiene più visibilità sullo schermo da decenni, tanto da continuare ad avere trasposizioni e rivisitazioni, la più recente delle quali troviamo nel telefilm Merlin3, che si concentra sull'adolescenza e sulla crescita del futuro Re. D'altra parte come si può rimanere indifferenti a storie che contemplano le più grandi e travolgenti passioni umane, quali la gloria, l'amicizia, l'amore, il tradimento, la vendetta, unite a un alone di mistero e magia che contempla isole avvolte nella nebbia, imponenti fortezze, saggi maghi e ricerche di oggetti sacri? Facile per un uomo moderno appassionarsi a queste storie, che siano trasposizioni abbastanza fedeli, come nel caso di Excalibur4, incentrato sulle grandi gesta di Artù, Merlino e i suoi cavalieri, o che si concentrano su alcuni aspetti, rivisitandoli completamente, come ne Il Primo Cavaliere5, dove il centro della storia ruota attorno all'amicizia tra Artù e Lancillotto e sull'amore di quest'ultimo con Ginevra.

 

Sono storie di grandi sentimenti, che sfruttano l'elemento fantastico per rendere gli eventi più affascinanti, non certo per sminuirli né per decentrare l'attenzione e renderli più frivoli; questi ultimi sono i classici commenti di chi non conosce il genere. Si sfrutta l'immaginazione in modo da poter portare a maneggiare temi morali che non passano mai di moda. Come diceva Gilbert Keith Chesterton: "Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono, loro lo sanno già che esistono. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere." La stessa Camelot (la mitica fortezza di Re Artù) è un luogo idealizzato e moderno, basta pensare che negli Stati uniti questa parola è spesso usata per riferirsi al periodo della presidenza di John Fitzgerald Kennedy, che viene considerato come una fase idilliaca della storia di quel paese. Il "regno" di Kennedy poi fu interrotto in modo brusco dal suo assassinio, aspetto che porta a un naturale paragone con la caduta di Artù. Identico discorso vale per la Tavola Rotonda, così scelta per rendere pari tutti quelli che vi prendevano posto (non avendo capotavola o scranni in cui sarebbe stato più prestigioso poter sedere), dai cavalieri al Re stesso.

Gran parte dell'immaginario arturiano si basa sulla tradizione e la mitologia celtica, aspetto che viene ripreso ed enfatizzato soprattutto nel film Le Nebbie di Avalon6, trasposizione dell'omonimo libro di Marion Zimmer Bradley. Questo film si concentra più nel mostrare il misticismo druidico (e spesso femmineo) che l'aspetto cavalleresco della leggenda, col risultato di creare una storia particolare e intrigante.

 

Come accennavo in apertura, per quanto riguarda l'Italia, il genere fantastico, medioevale e non, è sempre rimasto di nicchia, salvo passare alle luci della ribalta con l'uscita de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson7 e poi con Harry Potter, seppur questo non è ambientato nel passato, bensì nella nostra epoca.

Se tra gli intenti espliciti di Tolkien c'era quello di creare un nuovo filone mitologico, scopo pienamente raggiunto, è anche evidente che Il Signore degli Anelli rimane un punto fisso del filone fantasy proprio grazie al modo a cui attinge dalle tradizione e dalle leggende medioevali. I suoi Elfi e Nani sono rielaborazioni di miti germanici di quei secoli; lo stesso Tolkien definì Gandalf come un "viandante odinico" e basò il Quenya8 sulla lingua finlandese. Come non notare inoltre alcune analogie con L'anello dei Nibelunghi, ammesse dallo stesso scrittore? Insomma, tutta l'opera è impregnata delle atmosfere e delle leggende del medioevo. Tra queste spicca una delle caratteristiche che accomuna molti fantasy: la dicotomia netta tra bene e male, quasi manichea. Questo aspetto è ben presente anche ne Il Signore degli Anelli, seppur con alcune eccezioni, la più importante delle quali è rappresentata dal personaggio di Boromir, che oscilla tra nobiltà d'intenti e un'arroganza che porta alla divisione della Compagnia, fino all'espiazione nel sacrificio per gli altri. Quindi, nonostante una certa influenza religiosa (non solo cristiana), i personaggi sono molto umani e vividi, reali. Nella trasposizione cinematografica, Jackson ha lasciato intatto questo aspetto, accentuandolo, rendendo diversi personaggi in bilico tra il bene e il male, quando nell'opera letteraria questa sfumatura è meno presente. Allo stesso tempo il regista ha sfruttato alcuni eventi, dandogli più rilievo di quanto ne abbiano nel libro, primo tra tutti la battaglia al Fosso di Helm che occupa molto spazio nel secondo film, Le due Torri. In questa ci viene mostrato un assedio in piena regola, con macchine da guerra, arcieri assaltatori e tutto il repertorio.

Nei film, ovviamente, un ruolo di rilievo viene riservato all'azione, infatti simili epiche scene si ripetono ne Il ritorno del Re, con l'attacco da parte delle forze di Sauron a Minas Tirith e in seguito quando Aragon e Gandalf marciano verso il Nero Cancello per distrarre l'Oscuro Signore dall'opera di Frodo. Altri aspetti di indubbio fascino sono i paesaggi della Nuova Zelanda che hanno fatto da set per le riprese, perfetti per ricreare le incontaminate zone della Terra di Mezzo e l'utilizzo degli effetti speciali, che a distanza di anni rimangono ancora suggestivi e realistici.

 

Insomma, finalmente dopo decenni il genere fantasy medioevale ha iniziato a prendere piede anche in Italia. La nostra nazione è di certo tra le prime patrie e custodi di quel Medio Evo, così lontano ma sempre così vicino, che ancora oggi affascina l'uomo. Un'epoca che, a secoli di distanza, non ha certo smesso di stimolare pensieri, opere e la fantasia tutta. 

 

 

 

 

 

1 La Spada nella Roccia del 1963 e Robin Hood del 1973.

2 Opera scritta da Thomas Malory nel XV secolo.

3 Serie prodotta dalla BBC e andata in onda dal 2008 al 2012.

4 Film di John Boorman del 1981, considerato il più attinente alle leggende classiche.

5 Film di Jerry Zucker del 1995, che annovera nel cast Sean Connery e Richard Gere.

6 Miniserie in due episodi da Uli Edel del 2001, andata in onda in Italia nel 2004 riunita in un unico film.

7 La trilogia di Jackson è una trasposizione abbastanza fedele, seppur con qualche sentita discrepanza criticata dai fan più fedeli, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti: 2 premi BAFTA e 17 Oscar.

8 La lingua degli elfi.

 

Nota sull'Autore

Da sempre appassionato di storie, che provengano da libri, film, giochi o fumetti, Gabriele Boldreghini, senigalliese, si è diplomato all'Accademia Internazionale di Comics in Sceneggiatura. Ottenuti alcuni riconoscimenti per racconti e saggi, continua a condividere la sua esperienza scrivendo articoli e recensioni, in particolare sul sito Ancestrale (www.ancestrale.it).

 

 

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